Tipo che esci il venerdi’ sera con delle tue amiche e andate al solito localino dove dopo le 23.00 diventa strapieno. Agghingate di tutto punto.
Tipo che a te questi itinerari del fine settimana iniziano a sfinirti e lo fai presente. Ma non vieni presa in considerazione ma ti aggreghi comunque. Che non ha piu’ la frenesia che ti pullula sotto la pelle e vorresti fare altro. Ma altro non c’e’. E se c’e’ , non e’ in questa citta’ di provincia spacchiosa ma mediocre.
E invidi la disinvoltura con cui ci si relaziona in modo assurdo , chiusi in una cella di locale in cattivita’ come polli.
Tipo che ordini un Monjito ( anche se bere non e’ mia abitudine) accaldata, al bancone, e accanto a destra un quarantenne conosciuto di vista che ammicca con sguardo da volpone al tuo fondoschiena, a sinistra un ventenne sudato che ti fa’ la battutina auto promozionale da anello mancante tra genere animale e genere vegetale.
Il barista, quello si, merita un indugio dello sguardo. Di quegli sguardi che dicono : “ Se mi vuoi sono qui.
Puoi avermi. Puoi avermi, tu puoi. Non fosse per quel profilo che hai”.
Ma non sei ubriaca, ma anche da ubriaca, la parte dell’amazzone rampante non ti riesce credibilmente.
Tipo che perdi Vi ed Gi nella bolgia sudaticcia e pure tu non sei fresca come una rosa. Boccheggi aria
viziata e ti aggiri per il locale muovendoti di due metri al minuto. Mentre vorresti, invece , scappare fuori agile e veloce come una gazzella.
Tipo che decidi di farlo. Esci quasi spintonando, respiri alzi il bavero del giubbotto sulla nuca umida , prendi il cellulare e invii un breve sms a Vi .
Sono fuori dal locale . Quando riesci a divincolarti da quell’ammasso di carne mi trovi nel parcheggio, in macchina.
A diluire i pensieri altrove , ascoltando i Alice in Chain……
"..Repeating in my head
If I can't be my own
I'd feel better dead...."
" ripetendo nella mia testa,
se non posso essere me stessa
preferisco la morte..."